COSTAS VAROTSOS

L’illuminazione della mostra antologica

L’illuminazione della mostra antologica sul lavoro di Costas Varotsos, ha posto una serie di complessità legate al comportamento di materiali come il vetro, etereo percettivamente, ma reso solido dall’assemblaggio che lo scultore greco compie nelle sue opere. Altresì le difficoltà legate ad installazioni le cui forme esili non dovevano essere percettivamente alterate dal contesto architettonico in cui sono state immaginate, come ELPIS, un grande spillo rosso di 27m di altezza e 60cm di diametro (massimo) in cui, durante l’inaugurazione, è stata creata una proiezione con fasci sovrapposti opportunamente mappati, grazie all’impiego di proiettori ad ottica controllata forniti da PROIETTA mod. THOROK 800 con COB LED da 55000 lm 6000K, ottica 5°x38°, che ne ha illuminato le silohuette, estraneandola dalla sagoma dall’edificio che la ospita.

CITTA’

LECCE

TIPOLOGIA

BENI CULTURALI

LUOGO

MUSEO DI CASTROMEDIANO

PROGETTISTA

 

FOTOGRAFO

 

LIGHTING DESIGNER

 

La particolarità di alcuni interventi ha riguardato lo sviluppo del progetto per l’illuminazione di PROMETHEUS, un gigante di vetro alto 5 metri, realizzato con schegge di vetro chiaro di 4 mm di spessore, opportunamente assemblate dallo scultore in questa installazione site-specific. Dopo una attenta analisi del contesto e le prime simulazioni effettuate con software di calcolo (DIALUX 12.0) e le valutazioni visive effettuate con software di renderizzazione come LUMION, si è poi passati alla realizzazione di un modello in vetro, in scala 1:10, in cui abbiamo simulato dal vivo il comportamento del vetro in base al posizionamento dei proiettori.

In sostanza abbiamo potuto verificare che nonostante l’impiego di tecnologie digitali di simulazioni, le prove analogiche sono state immediatamente chiarificatrici dei risultati auspicati e, soprattutto, hanno dato l’input necessario a stimolare una partecipazione allargata che coinvolgesse i diversi attori della mostra: i curatori della mostra, i lighting designer, i digital artist, i produttori di apparecchi e, ovviamente, l’artista in prima persona. Una esperienza fantastica che ha permesso di controllare ogni singolo riflesso predeterminando gli effetti di diffrazione della luce sulle pareti circostanti grazie alla precisione del laser-mapping, di controllare i volumi della scultura attraverso l’impiego di proiettori a LED con temperature di colore a 3000K e potenze ridotte (18W e 12W) con ottiche ellittiche (15°x64°) e rotosimmetriche spot (22°), ed in fine di consentire una visione a 270° gradi della scultura, che per la sua particolare collocazione, permette ai visitatori di girare attorno alla scultura senza essere abbagliati dagli apparecchi.

Il racconto prosegue attraverso l’illuminazione di altre installazioni che raccontano il sogno infranto di Europa, dove le bandiere dei 27 stati che costituiscono la nazione europea si infrangono in mille schegge di vetro i cui riflessi, volutamente, creano l’abbagliamento che ne impedisce una lettura d’insieme ma solo dei singoli frammenti.